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Viaggio sul Reno, viaggio sereno

Il reportage del Corriere del Ticino del 28 agosto 2022 a cura di Marco Ortelli

Dall’Oberalp sino a Rotterdam, la grande avventura di due amici canoisti

Ventisei giorni, dall’1 al 26 giugno, 1230 chilometri, dal Lai da Tuma, la sorgente ufficiale del Reno Anteriore nei Grigioni al porto di Rotterdam, Paesi Bassi. Come? In canoa. Quali i protagonisti? Ivo Gentilini (65 anni) e Andreas Schmid (75), soci del Gruppo Canoisti Ticinesi, la società fondata il 29 novembre 1977 che riunisce gli appassionati di tutto il cantone (120 iscritti) oggi ramificata in tre sedi, Bellinzona (principale, vicino al fiume Ticino), in riva al Ceresio e al Verbano a Lugano e Locarno. Perché? Lo abbiamo chiesto ai due ‘avventurieri’ al termine del loro viaggio. «Prima non abbiamo pubblicizzato nulla – commenta Ivo Gentilini – perché non sai mai come andrà a finire».

Alla sorgente dell’idea

Ce la racconta Andreas Schmid. «L’idea è partita qualche anno fa, dopo che con Ivo avevamo portato un gruppo di esploratori del Gambarogno in canoa dal fiume Ticino al Po fino a Venezia. A quel punto mi ero detto che sarebbe stato bello percorrere tutti i fiumi svizzeri che sfociano in un mare». I due intrepidi canoisti un paio d’anni fa decidono così di affrontare il Rodano, dalla sorgente in Vallese alla foce nel Mar Mediterraneo lungo un percorso di 680 chilometri sull’arco di tre settimane. Superata questa prova, «dopo le chiusure dovute al COVID – prosegue Schmid – e rinforzati dal Rodano, è giunta a maturazione l’idea di navigare sul Reno». Immaginato, progettato con un «cahier des charges» dettagliatissimo, fatto.

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2 giugno, rapide del “buconero”

I dubbi dei canoisti

Ivo Gentilini parla di una preparazione al viaggio approssimativa. «La nostra stagione inizia in aprile-maggio, ma quest’anno per la penuria d’acqua sui fiumi abbiamo potuto fare ben poche discese. Personalmente ho pagaiato per qualche chilometro sul Verbano a Locarno, ma nulla più. Non ho quindi svolto allenamenti particolari e questo mi ha portato ad avere parecchi dubbi, 1200 chilometri… ce la farò?».

Due buoni compagni di viaggio

Per Andreas tutto è filato liscio come il fiume quando è piatto. «Sul Rodano abbiamo avuto l’occasione di conoscerci bene, Entrambi sapevamo della nostra reciproca flessibilità, quando alzarsi, cosa mangiare, dove accamparci. Nel complesso è andato tutto molto bene». «So come si comporta – gli fa eco Ivo -. Andreas è un preciso che necessita dei suoi tempi, ad esempio lui si alzava due ore prima della partenza di una tappa per prepararsi, a me bastava un’ora. Poi bisogna dire che non ci rincorreva nessuno, eravamo entrambi d’accordo che non bisognava per forza raggiungere il traguardo».

Una «gita» da un faro all’altro

Mercoledì primo giugno. Il «diario di bordo» prevede di raggiungere il Lago di Toma, sull’Oberalp con tratti a piedi e in bicicletta. Poi discesa sempre in bici fino a Cumpadials, il primo punto sul Reno percorribile con canoe da fiume. Da qui scendere sino a Coira, sostituire la canoa da fiume con quella da lago e infilare nella mente la meta di Rotterdam. «Sull’Oberalp, salendo da Sedrun si raggiunge un faro che è l’esatta copia di quello presente al Museo marittimo di Rotterdam» – raccontano i due. Un viaggio da faro a faro. Dalla montagna al mare. «Ho anche raccolto in una bottiglietta l’acqua della sorgente da portare a Rotterdam – osserva Ivo. La stessa cosa l’ho poi fatta con l’acqua del Reno di Rotterdam».

Il conto alla rovescia

Martedì 7 giugno inizia a Costanza il chilometraggio ufficiale del viaggio in canoa sul Reno. Mancano 1000 km. Ivo Gentilini sigilla quel momento. «Dal chilometro zero, chilometro dopo chilometro un cartello segnala quanto manca al traguardo. Spaventoso. Il cartello comincia a seguirti come un’ombra, parte il conto alla rovescia, 999 km, 998, 997… Può diventare scoraggiante». Non sarà così.

«Mostri» fluviali

Per Andreas Schmid la discesa del grande fiume, dai Grigioni ai Paesi Passi, ha avuto due facce. «Navigare sul Vecchio Reno è stato stupendo. L’ambiente del fiume è ancora naturale, popolato da molti uccelli acquatici, a tratti è sembrato di trovarsi nella giungla». Man mano che si scende, il fiume si trasforma in una sorta di autostrada molto trafficata. «Si incrociano grandi barche, chiatte di 60 metri che provocano onde davvero paurose che vanno a riva ma poi ritornano». Ivo Gentilini ripercorre un altro momento di tensione. «Lungo la cosiddetta Loreley Strecke, vicino a Sankt Goarshausen in Germania, al km 555, dove il Reno si piega in una stretta curva a destra. Un barcone, nel mezzo della curva, invece di mantenere il km di distanza prescritto ci ha superato. Tra le onde di tre barche in salita e il battello troppo vicino, che ci superava, abbiamo vissuto un momento di panico».

Rinuncia e prosecuzione

Giovedì 23 giugno, km 823. Andreas Schmid decide di interrompere il viaggio. «È stata una decisione difficile – commenta Andreas -. Avevo le mani ricoperte di fiacche aperte che non smettevano di sanguinare. I cerotti nell’acqua non reggevano a lungo. Sulla terraferma, mettere e togliere i picchetti della tenda era diventato vieppiù doloroso. Meglio interrompere il viaggio che peggiorare la situazione». Ivo Gentilini viene assalito dalle domande. «Come la prenderà Andreas se continuo? E poi mancano 150 km… Smetto anch’io?», racconta. «Poi, parlando con la moglie e i miei figli, discutendo con Andreas, tutti mi hanno incitato e invitato a non smettere. Continuo per 20 km fino al campeggio – ho detto – poi vediamo».

Pagaiate finali

Dordrecht. Domenica 26 giugno. Dal diario di bordo di Ivo Gentilini. «Sveglia alle 5.30. Alle 7.00 sono alla rampa d’imbarco per l’ultimo sforzo. Dopo i primi incroci delle poche chiatte mattiniere mi tranquillizzo e mi godo le ultime vedute di una natura ancora in parte selvaggia e la vista dei primi palazzi che annunciano Rotterdam!».

«Alle 10.30 l’incontro con Andreas sul molo e l’emozione prende il sopravvento. «Che piangiüda!». Ne è valsa la pena. La soddisfazione, immensa. La fatica, le paure, le privazioni, le incognite, le tante domande che ci hanno seguito sul lungo percorso trovano una risposta».

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